Per quanto bellissima e comunque affascinante sempre, Londra a Novembre è davvero un posto freddo, ovviamente piove un giorno si e l’altro pure e trovare qualcosa da mangiare che ti ricordi casa, magari una pizza appena sfornata, è davvero difficile.
Passeggiando per la parte Est però, su Liverpool Street, si può entrare all’ Old Spitalfields Market, uno dei tanti mercati aperti dove si può trovare di tutto, da stands di papillon a bancarelle di caffè espresso, borse, vestiti, vinili da collezione e cibo proveniente dal mondo.
Tra tutto questo, una delle cose che fa veramente la differenza è un furgone, un Citroen H-van del1974 dipinto di azzurro, con un forno a legna montato sopra dal quale escono pizze a portafoglio a profusione, chiamato Sud Italia.
Il propietario-piazzaiolo è Silvestro Morlando, un ragazzo di 26 anni che tre anni fa si è trasferito a Londra per rincorrere il suo sogno esportando la vera pizza napoletana a portafoglio oltre confine.
F.T.: Raccontaci la storia di Sud Italia
S.M.: Nonostante avessi tutto, una casa e già un un negozio mio, quattro anni fa, seguendo ambizioni più alte io e la mia compagna prendemmo la decisione di partire per Londra e fare una nuova esperienza. E il 18 Ottobre dell’anno seguente, prendemmo un aereo di sola andata per Londra.
I primi mesi abbiamo diviso la camera in un ostello con nove persone, nonostante non fossi abituato, è stata comunque una bella esperienza.
Dopo due giorni dall’arrivo iniziai a lavorare come lavapiatti, ma la mia passione per la cucina e i miei studi alla scuola alberghiera mi spingevano a puntare più in alto.
Qualche giorno dopo, con il cv alla mano decisi di recarmi in zona Chelsea dove ero venuto a conoscenza di un ristorante che cercava personale di cucina, incontrai lo chef che mi mise subito alla prova con esito esito positivo e da li cominciai subito a lavorare.
Anche se fu un lavoro sfruttato e sottopagato, finalmente una piccola vittoria!
Volevo comunque puntare a qualcosa di diverso e alla pizza e dopo aver contattato un mio conoscente, iniziai a lavorare in una pizzeria in Earls Court. La compagnia era inglese e la prima sera dopo il servizio firmai il mio primo contratto di lavoro qui a Londra. Da li tutto ebbe inizio.
Le cose indubbiamente andavano meglio, i miei sforzi erano ben ripagati e la mia passione per la pizza cresceva sempre più, ma, svolgendo questo lavoro non mi sentivo molto soddisfatto. Volevo creare qualcosa di mio.
Avevo capito che la pizza a Londra poteva funzionare e decisi di iniziare dalla strada, come si faceva una volta e vendere la famosa pizza a portafoglio.
Dopo diversi mesi io e un mio amico (ex socio) acquistammo un furgone e con l’aiuto di un carrozziere allestimmo il van come una vera pizzeria su quattro ruote con forno a legna.
Con il van iniziammo a lavorare due giorni a settimana in due mercati ad ovest di Londra fino a quando non trovai un mercato importante come l’ Old Spitalfield Market.
Dopo alcuni mesi in questo mercato, il mio socio per questioni personali dovette lasciare il paese, di conseguenza mi ritrovai tutta l’azienda sulle mie spalle, si tante soddisfazioni ma anche tanti sacrifici. Sono molto felice, da quel momento mi dedico completamente a questa attività.
F.T.: Dove hai imparato il tuo lavoro?
S.M.: Vengo da una generazioni di fornai, devo a mio nonno questa grande passione per la pizza che mi ha trasmesso sin da quando ero bambino, non posso mai dimenticare quando insieme ammassavamo la pasta per la pizza per il nostro onomastico… Non mi piace molto parlare di questo perchè credo che un pizzaiolo non debba definirsi tale solo perchè viene da generazioni e generazioni di pizzaioli, ma penso che sia il prodotto finale “La Pizza” che debba parlare al suo posto.
L’impasto è il risultato di tanta ricerca e sperimentazione per combinare la giusta lievitazione e idratazione che oggi mi permette di sfornare a detta dei clienti una buona pizza. Non è stato facile qui a Londra, a causa delle diverse condizioni atmosferiche diverse dall’Italia.
F.T.: Ci hai raccontato che hai avuto proposte da investitori ma hai rifiutato, perché?
S.M.: Si, è vero, gli affari vanno bene e ricevo spesso offerte da imprenditori che vorrebbero investire nel progetto. Voglio cercare di spingere al massimo le vendite ma senza fare l’errore di altre compagnie come quello di abbassare la qualità del prodotto, risparmiando sugli ingredienti così da avere un maggiore guadagno. Ci teniamo alla qualità, all’origine e alla freschezza delle nostre materie prime.
F.T.: Quali sono i tuoi punti di forza e del tuo prodotto?
S.M.: l nostro impasto matura dalle 32 alle 46 ore a temperatura ambiente, usiamo due tipi di farina differenti una doppio 0 e una integrale, la nostra mozzarella di bufala arriva da Caserta due volte a settimana,il nostro fior di latte dal Molise il nostro pomodoro è un San Marzano Strainese DOP, il nostro olio arriva dalla Puglia.
Per questi e altri ingredienti che sono difficili da reperire a Londra, ogni martedì notte vado io stesso al mercato italiano a comprare tutto quello che serve.
Insomma, Sud Italia sta cercando nel suo piccolo di fare la differenza in una grande città come questa.
F.T.: Come si fa a lavorare su un foodtruck?
S.M.: Ovviamente gli spazi sono ridotti al minimo, un lato è destinato a stendere l’impasto e l’altro a condirlo una volta steso. Bisogna stare attenti con la pala quando si infornano e sfornano le pizze ma dopo poco ci fai l’abitudine.
L’aspetto positivo è che sul truck fa caldo anche quando fuori nevica!
F.T.: Parlaci dei tuoi progetti per il futuro
S.M.: Non vi nascondo che il progetto più grande, che è quello che mi entusiasma diu più, è quello di aprire un ristorante. Sarebbe un sogno nel cassetto che si realizza. A me piace però rimanere con i piedi incollati a terra, quindi di concreto per il momento possiamo parlare di espansione nell’ambito street food e questo accadrà a breve con l’arrivo dei un. Ape Car che è stata rivestita di piastrelle in ceramica di Vietri e sarà friggitoria.
Abbiamo provato la pizza a portafoglio di Sud Italia e credeteci, se ci avessero fatto assaggiare da bendati una pizza del Centro Storico di Napoli e una pizza di Sud Italia, ammettiamo che ci avrebbero messo in seria difficoltà.
La qualità è ottima, la lievitazione è perfetta e gli ingredienti sono davvero freschi e ricercatissimi. A prova di questo siamo stati da Sud Italia in concomitanza con il lancio di nuove pizze, tra le quali la “Forza Napoli” con alici di Cetara, pomodori del piennolo, fior di latte e origano siciliano… Il Top!
Se lavorate, studiate o siete in viaggio a Londra e volete sentirvi a casa, passate da Sud Italia, non ve ne pentirete!
Se ti è piaciuto quest’articolo puoi vedere l’intervista/documentario a Sud Italia QUI